In Finlandia cresce la domanda di vini italiani, soprattutto rossi e frizzanti.
Ecco il primo dato che emerge dalla nostra intervista ad Heidi Mäkinen, Master of Wine, sommelier e wine ambassador.
Spesso, quando pensiamo ai mercati scandinavi, siamo portati a pensare in prima battuta a Paesi quali Danimarca e Svezia. E certamente si tratta di due importatori strategici per i vini di casa nostra.
Tuttavia, la realtà contemporanea relativa all’internazionalizzazione del vino racconta di come anche Paesi che abitualmente consideriamo “marginali” stiano diventando sempre più influenti, tanto per volume di importazione quanto per gusti dei consumatori… che spesso strizzano l’occhio alle etichette del Belpaese.
Come ci ha spiegato proprio Heidi…
Chi è Heidi Mäkinen
Portfolio Manager dell’importatore e grossista Viinitie di Helsinki, Heidi Mäkinen è Master of Wine, sommelier e wine ambassador con alle spalle diverse esperienze in wine club, ristoranti e catering tra Inghilterra e Finlandia.
Puoi fornirci qualche dato economico relativo all’import/export in Finlandia, specialmente per quel che concerne l’ambito enologico e food&beverage?
Gli ultimi dati, aggiornati al 2020, che ho consultato restituiscono un volume di vino importato per 233 milioni di Dollari (fonte: OEC).
Esistono dei trend, di consumo e comportamentali, relativi al vino? E in che modo questi convivono con gli usi, i costumi e le tradizioni gastronomiche locali?
Mi sembra che la tendenza sia quella di bere meno, ma meglio. Abbiamo visto il consumo complessivo di alcol diminuire negli ultimi anni e spostarsi dai liquori al vino.
Nel settore retail, le vendite vedono protagonisti il Cile, l’Italia e la Spagna per i vini rossi e, per i bianchi, Cile, Germania e Italia. Notiamo anche un incremento di interesse per i frizzanti e i rosé. La Finlandia non è un Paese produttore e quindi il vino non è parte della nostra cultura e tradizione, nonostante questo è diventato più “democratico” e sempre più persone possono avervi accesso.
Il vino ormai viene visto non come una semplice bevanda alcolica, ma come un’esperienza gastronomica. Nonostante sia ancora piuttosto raro vedere qualcuno sorseggiare un calice di vino durante il pranzo, le cene settimanali al ristorante comprendono sempre un buon bicchiere.
Più facile, con la consulenza Enora
Il mondo parla inglese, ma sogna italiano. Per chi lavora con un simbolo del made in Italy come il vino, le opportunità per conquistare nuovi mercati sono tutte da cogliere. Enora propone consulenze profilate per produttori e aziende che desiderano esportare i propri vini.
Il concetto di “bio” ha un peso specifico nella realtà finlandese o non ha ancora assunto connotati di rilievo rispetto ad altri Paesi?
Il bio sta diventando, in modo crescente, un prerequisito nel mercato e le persone sono informate sui vini sostenibili, organici e biodinamici. Inoltre, si discute sempre più spesso di packaging alternativi e sostenibili come bottiglie leggere, bag-in-box e PET.
Da addetta ai lavori, quali specificità e quale potenziale rilevi nel mercato del vino interno?
Da Paese non produttore, siamo di mentalità abbastanza aperta rispetto all’intero mondo del vino. Nonostante la Finlandia sia un mercato sensibile ai prezzi, le persone in linea generale sono interessate al vino e aperte a provare le nuove proposte che vengono loro suggerite.
I cosiddetti “concept wine” sono diventati abbastanza popolari, ad esempio quelli che sono realizzati in collaborazione con personaggi o brand famosi. Ma in generale le persone vogliono conoscere le storie che ci sono dietro al singolo vino in modo da riuscire a entrare in connessione con i produttori.
Che valore ha il mercato del vino e quali sono le attuali previsioni di crescita nel settore per il 2023 e per prossimi 5 anni?
Nel 2022, il nostro monopolio retail (Alko) ha venduto 49,8 milioni di litri di vino. Ma questa è solo una porzione del totale, perché l’HoReCa vende più del 10% di tutto il vino e anche il travel retail (vendita in aeroporti, navi da crociera, stazioni) e gli ordini online hanno una loro quota. I vini bianchi sono diventati più popolari dei rossi e notiamo uno spostamento dei consumi verso vini più leggeri.
In Finlandia cresce la domanda di vini italiani? Esistono opportunità lì per le nostre etichette?
Nonostante il consumo complessivo stia diminuendo, l’Italia è uno dei Paesi più in crescita per quanto riguarda le nostre importazioni di vino. Soprattutto i vini italiani rossi hanno visto un aumento di domanda da parte dei consumatori e, per quanto riguarda i vini frizzanti, il vostro Paese conduce le danze mentre Spagna e Francia sono più indietro. Quindi, sì, possiamo dire che in Finlandia cresce la domanda di vini italiani, soprattutto rossi e frizzanti.
Quali consigli daresti a un produttore di vino italiano che vuole approcciare al mercato finlandese?
La cosa più importante è trovare il giusto partner qui, qualcuno che capisca bene il mercato. Il monopolio impone alcuni paletti, i consumatori tendono a essere sospettosi per quanto riguarda i prezzi e l’on-trade è piuttosto frammentato, ma le persone sono portate a vedere l’Italia in modo positivo, specialmente la vostra cucina. Ecco perché i vostri vini possono avere opportunità nel nostro Paese.