Non c’è mai stato momento migliore per esportare il vino piemontese all’estero. Ma questo non significa che conquistare i mercati sia semplice. Le chiavi per vendere con successo in Europa, in Asia e negli Stati uniti sta nella conoscenza di quei mercati e in una formazione di base sul ruolo del responsabile esportazioni in un’azienda. È il parere di Daniele Manzone, direttore del consorzio I vini del Piemonte, che con il suo intervento aprirà il corso di formazione per Wine Export Manager in programma ad Alba dal 5 novembre.
Quali aziende vinicole devono puntare al mercato estero?
È indispensabile per ogni azienda piemontese. Vendere all’estero è una soddisfazione economica ma anche morale, perché i clienti stranieri sono tendenzialmente più rispettosi del prodotto. La chiave è conoscere i mercati su cui ci si propone. In questo senso va il corso di formazione per Wine Export Manager, che è alla sua seconda edizione ed è molto orientato all’aspetto pratico.
Focus sui mercati e strategie per l’export del tuo vino
Quali punti di forza offre la realtà piemontese a un Wine Export Manager che voglia impostare una strategia competitiva?
Il Piemonte è già oggi una tra le regioni vitivinicole più apprezzate al mondo, per la sua ricchezza enologica. Siamo in competizione per essere leader su tutti i mercati, in Scandinavia e Usa battiamo i francesi. Inoltre è una regione che va di moda ovunque: questo offre ulteriori opportunità di crescita e la possibilità di vendere a un prezzo sempre maggiore. Ma export e promozione sono competenze che vanno assimilate.
In Piemonte quanto è strutturata la gestione dell’export nelle piccole e medie aziende vinicole?
C’è ovviamente una situazione molto eterogenea. Le cantine piccole non hanno un Wine Export Manager: il titolare si deve occupare dei lavori in vigna, ma deve anche andare a Hong Kong. Proprio per questo il corso offre le basi per la gestione dell’export, ma approfondisce anche la conoscenza dei mercati con specifici focus.